Epiteto con il quale, durante il XIII sec. in particolare, un certo profetismo
medioevale indicò il pontefice che, nell'imminenza della fine dei tempi,
sarebbe stato inviato dalla Provvidenza. Suo compito sarebbe stato quello di
emendare e riscattare la Chiesa dalla compromissione con il potere temporale e
di riportarla alla primitiva funzione di guida spirituale per preparare gli
uomini all'incontro con il Cristo Giudice. Oltre che in Gioachino da Fiore,
accenni a questa figura (
dux novus,
dux angelicus,
pastor bonus
et dux ecclesiae sanctus) si trovano in numerosi luoghi della letteratura
medioevale, religiosa e non (Ruggero Bacone, per esempio, annunciava a papa
Clemente IV l'avvento del
p.a.). Furono forse influenzati da tale
aspettativa, in quel secolo ampia e diffusa, anche i cardinali che elessero
l'eremita Pietro da Morrone, dotato di caratteri tanto rispondenti al
personaggio profetizzato (egli fu Celestino V, unico pontefice legittimamente
eletto che abbia abdicato in un secondo momento); sicuramente lo fu l'intero
movimento degli spirituali francescani (Angelo Clareno, poi Ubertino da Casale,
ecc.). L'idea declinò già nel XIV sec., anche se in qualche modo
si ripresentò più tardi nella predicazione di Savonarola e nella
cosiddetta profezia di san Malachia (redatta nel 1590 circa).